venerdì 8 maggio 2015

Insalata di quinoa e semi di lino

Si avvicina l'estate e il caldo si fa sentire. No, lo prometto, non mi lamenterò, non ne sono il tipo. C'è chi fa delle lamentale sul tempo una vera e propria crociata personale, come se lamentandosi qualcuno da lì su ci potesse sentire!
Invece io amo la ciclicità delle stagioni. Certo, se potessi scegliere la mia stagione preferita direi l'inverno. Poi penso all'autunno e alle foglie che con tutte le loro sfumature di giallo cadono e crepitano sotto i piedi. Gli alberi che iniziano ad assopirsi prima del letargo invernale. Oppure l'esplosione dei fiori, dei colori, dei sapori e degli odori che ci regala la primavera, i cieli limpidi e le giornate che si allungano. Oppure la possibilità di indossare un vestito pratico e fresco, il sapore deliziosamente dissetante dell'anguria, il mare e la leggerezza dell'estate. L'inverno ci veste con una coperta calda, e ci regala dei mesi che se pur grigi sono pieni di momenti deliziosi, l'attesa della prima neve, la cioccolata calda, il camino acceso, un libro e una tisana calda.
Quindi giusto per ricordarlo: l'inverno fa freddo e l'estate fa caldo, è risaputo, come è risaputo che i cambiamenti climatici hanno fatto si che le mezze stagioni non ci siano più e che ci dobbiamo aspettare un po' di bizzarrie dal tempo, è la vita! :)

Detto questo, tuffiamoci a pie pari nell'estate, accompagnando verso la porta la primavera e facendo entrare l'estate, e dandole il benvenuto con ricette, facili, veloci, sane e magari anche vegan (perchè no!).

L'insalata di quinoa e semi di lino è stata una rivelazione, buona e sana. Le verdure croccanti ne danno consistenza e finalmente ho potuto assaggiare la quinoa, che ho trovato assolutamente squisita.

Seguitemi in cucina e prepariamo insieme l'insalata di quinoa e semi di lino.


INGREDIENTI:
70 gr di quinoa
30 gr di miglio
30 gr di grano saraceno
10 pomodorini
30 gr di mais in scatola
3 zucchine novelle piccole
2 cucchiai di semi di lino
1 cucchiaio olive nere
olio
sale
500ml brodo vegetale


PREPARAZIONE:
al supermercato ho trovato il grano saraceno, la quinoa e il miglio che non necessitano di ammollo. ed inoltre possono essere cotti in pentola a pressione, ecco la velocità della ricetta!
In una pentola a pressione unite la quinoa, il grano saraceno e il miglio, copriteli con il brodo vegetale (circa due dita oltre il livello degli ingredienti).
Chiudete la pentola a pressione e cuocete circa 5 minuti dal momento in cui la valvola inizia a fischiare.
Trascorsi i cinque minuti fate sfogare la valvola e aprite la pentola a pressione. Se i semi non hanno assorbito tutto il brodo vi consiglio di scolarli. Lasciate raffreddare.
Lavate e mondate le zucchine eliminando le estremità. Fate leggermente scaldare un cucchiaio di olio in una padella e cuocete velocemente le zucchine tagliate a tocchetti, salata e pepate. Le zucchine dovranno risultare ancora molto croccanti, quindi non cuocetele troppo, basteranno cinque minuti.
In una ciotola unite gli ingredienti:
- tagliate i pomodorini in quarti
- scolate il mais dall'acqua di conservazione
- tagliate le olive a rondelle
- unite le zucchine
- la quinoa, il grano saraceno e il miglio oramai freddi
Mescolate gli ingredienti e unite i semi di lino, l'olio e se necessario il sale.
Lasciate riposare l'insalata in frigo fino al momento del pasto oppure assaporatela tiepida, è ugualmente ottima.

Buona Appetito
Francesca


mercoledì 6 maggio 2015

Focaccia pugliese

Quale preparazione più semplice di una buona focaccia per allietare un pic nic, o una serata fra amici?
La preparazione semplice non rende scontato questa ricetta, anzi, ne arricchisce il fascino e il gusto. I pomodori devono essere belli e rossi, dolci, e prima di infornare la focaccia fate cadere sulla superficie i grani di sale grosso, così come se alla fine anche la grandine fosse un concetto bello e positivo.

Spesso mi ritrovo a pensare alle povertà della Puglia che si rispecchia nella tradizione culinaria, che però con il passare di anni, è diventata fiore all'occhiello e vanto di una regione fin troppo martoriata. Pensate alla semplicità di una spaghettata con le cozze, o del più famoso "riso, patate e cozze" e fave e cicoria? Semplici, poveri, quasi poverissimi, eppure genuini, gustosi tanto da diventare preziosi e ricercati. Ah quasi dimenticavo le orecchiette con le cime di rape. E' così che la Puglia si racconta, racconta delle sue coste bagnate da due mari che si incontrano mischiandosi a Santa Maria di Leuca e racconta del suo Tavoliere, delle gravine e delle lame, degli uliveti e dei vigneti. Chiudo gli occhi e in mente ritornano i campi rossi ricchi di ferro che da Martina Franca si allungano verso Locorotondo pitturando di colori carichi di passione e fatica la Valle D'Itria e i muretti a secco che come collane di perle circondano e delimitano i terreni. Un ulivo secolare circondato dall'oro dei campi di grano, e lì sullo sfondo un mare diventato (finalmente) meta turistica. Le città bianche che svettano su cieli così azzurri nei quali mi tufferei per una nuotata senza fine.
Tutto questo è per me la Puglia, senza mai, però, dimenticare tutto ciò che manca...ma questa è un'altra storia.

Seguitemi in cucina e insieme prepariamo la Focaccia Pugliese.

INGREDIENTI:

25gr di lievito fresco
400gr farina 0
100gr farina di semola
2 cucchiai di latte
2 cucchiai di olio
sale
Acqua q.b.

PER CONDIRE:
80gr pomodorini rossi
origano
olio
sale grosso

PREPARAZIONE:
Lasciate sciogliere il lievito in un bicchiere di acqua tiepida.
Sul fondo della ciotola che utilizzerete per impastare la focaccia pugliese, versate il latte e l'olio, unite le due farine setacciate e poco alla volta incorporate l'acqua con il lievito sciolto.
Iniziate ad impastare, noterete che l'impasto è ancora poco omogeneo, iniziate dunque ad aggiungere l'acqua tiepida fino ad quando noterete che l'impasto inizia ad amalgamarsi. Aggiungete il sale.
Il segreto della focaccia pugliese è che l'impasto non deve formare una palla, ma al contrario deve essere appiccicoso e molto elastico. Per ottenere questo risultato aggiungete acqua fino a quando tirando la mano verso l'alto noterete che l'impasto è colloso e molto idratato. Impastate fino a quando non ci saranno più eventuali grumi.
Fate lievitare al coperto e in luogo tiepido per circa 1 ora.
Oliate una teglia e versate l'impasto della focaccia. Tagliate i pomodorini a metà e poggiateli sulla superficie della focaccia spingendoli leggermente verso il basso.
Arricchite la focaccia con origano e sale grosso, e un filo d'olio evo.
Lasciate lievitare la focaccia per ancora 30 minuti.
Infornate la focaccia pugliese in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti.

Buon appetito.

sabato 4 aprile 2015

Pastiera

Camminando per le strade del paese nel quale abito, vengo invasa da profumi delicati, colori sfavillanti di fiorellini da poco sono nati sui rami degli alberi che si risvegliano dal sonno invernale. Quei fiorellini, bianchi abbelliti da sfumature rosate, delicati come dei neonati. Chiudo gli occhi e penso, ecco la primavera è arrivata, ci sta dando il benvenuto come sempre nel migliore dei modi. Il sole alto in un cielo sgombro di nuvole, sottolinea i colori novelli, intensi e che mettono gioia. Aprile poi, è il momento in cui, i fiorellini lasciano il posto alle foglie, delicate foglioline, tenere e dai colori timidi, al centro un verde pallido che si intensifica ai bordi. Poesia, magnifica poesia la natura.
L'area frizzante e dolce allo stesso tempo è degna di essere respirata a pieni polmoni. E' come se anche noi ci risvegliassimo dal letargo invernale, rinascessimo come dei fiori appena sbocciati. Temiamo il cambio orario "dormiremo un'ora in meno" è il terrore che ci pervade, eppure quando ci chiudiamo alle spalle la porta dell'ufficio, ci sembra che la giornata sia volata e che c'è ancora molta da vivere!
La primavera fa quasi rima con Pasqua. Una festa religiosa, che ci dovrebbe insegnare molto, il sacrificio di una morte per la purificazione e la salvezza...chissà se mai l'uomo sarà capace di vivere il mondo con uno spirito migliore. Utopia?
Nel nostro blog è già presente la ricetta della pastiera, ma questa che oggi vi presento ha un sapore tutto suo e una storia magnifica.
La ricetta della pastiera che mi appresto a scrivere è preziosa per la mia famiglia, si tramanda da generazioni, ed è per noi preziosissima, quindi fatene buon uso! E se la provate fatecelo sapere, tutte le donne della mia famiglia ne saremo orgogliose e felicissime.
Il mio ricordo di infanzia è ancora vivido, il mio compito era quello di mescolare le creme e alla fine di fare una vera e propria caccia al tesoro alla ricerca delle bucce di arancia e limone che rendono così profumata la pastiera.

INGREDIENTI:

PASTA FROLLA
600gr farina
260gr burro
160gr zucchero
scorza grattugiata di 1 limone e di 1 arancia
2uova intere
2 tuorli

Riponete la farina a fontana su una spianatoia, al centro ponete le uova, il burro e le bucce grattugiate del limone e dell'arancia. Impastate gli ingredienti fino ad ottenere una palla omogenea. Appiattite la pasta frolla grossolanamente e copritela con una pellicola. Lasciatela riposare in frigorifero fino al momento di utilizzarla.

GRANO:
1 barattolo di grano per pastiere (580gr)
300gr di latte intero
1 noce di burro
scorza di limone
scorza di arancia
1 pizzico di sale

In una pentola capiente, unite tutti gli ingredienti. Con l'aiuto di un pela patate, provvedete a pelare la buccia del limone e dell'arancia, ricordate che le bucce servono solo per insaporire il ripieno, quindi tagliatele grossolanamente in quanto dovranno poi essere tolte. Lasciate cuocere il grano a fuoco lento, mescolando spesso fino a quando il latte non si rapprende, diventando una crema. Trasferite il grano in una ciotola e lasciate raffreddare.

CREMA PASTICCERA
500gr latte intero
4 tuorli
4 cucchiai di farina
4 cucchiai di zucchero


Montate i tuorli con lo zucchero, fino ad ottenere una crema chiara, unite la farina setacciata e fatela tostare per pochi secondi sul fuoco. Unite il latte tiepido e mescolate sempre fino a quando la crema si addenserà. Trasferitela in una ciotola e copritela con pellicola a contatto con la crema e lasciate raffreddare.

RIPIENO
600gr ricotta di pecora
600gr zucchero
8 tuorli
6 albumi
cedro
1 fiala di fiori d'arancio
1 fiala di mille fiori
Grano
Crema Pasticcera

In una ciotola molta grande, setacciate la ricotta per renderla più fine. Unite alla ricotta setacciala lo zucchero e mescolate. Aggiungete un tuorlo alla volta e non aggiungete il successivo quando il tuorlo precedente non è stato incorporato bene. Unite alla crema di ricotta, il grano oramai freddo (dal quale avrete eliminato le bucce di limone e arancia) e la crema pasticcera, mescolate unendo la fiala di fiori d'arancio e mille fiori, il cedro tagliato a piccoli pezzetti. Montate a neve ben ferma gli albumi e uniteli alla crema con movimenti delicati dal basso verso l'alto.

COMPONIAMO LA PASTIERA
Prelevate dal frigorifero la pasta frolla, stendetela fino ad ottenere un disco del diametro che vi occorre con uno spessore di circa 5mm, aiutandovi con la carta da forno rivestite una teglia (esistono teglie in alluminio create proprio per la pastiera, se vi capita di visitare Napoli nel periodo pasquale, acquistatene di varie misure). Riempite il guscio di frolla con la crema, lasciando libero il bordo di circa 3cm.
Impastate i ritagli di pasta frolla  ricavati dal taglio lungo il bordo per appianare i bordi. stendete la pasta e ritagliate delle strisce lunghe quando il diametro della teglia che utilizzate. Con le strisce formate delle losanghe sulla crema. Sigillate i punti di incontro delle losanghe con la pasta frolla con i rembi di una forchetta.

COTTURA
Cuocete la pastiera in forno preriscaldato a 180°C per più di 1 ora. La superficie deve imbrunirsi e la prova stecchino vi aiuterà a comprendere se la pastiera è cotta. Il mio forno in modalità statica ha cotto la pastiera in circa 1 ora e 30 minuti.

Lasciate riposare la pastiera per tutta la notte lasciandola raffreddare. Prima di servirla spolveratela con zucchero a velo.

Suggerimenti:
Se non avete tempo sotto le festività potete anche scegliere di preparare la pastiera qualche giorno prima e surgelarla, all'occorrenza basterà scongelarla e gustarla come di consueto.
La pastiera resterà buona per qualche giorno, ma dato che uno degli ingredienti principali è la ricotta, suggerisco di conservarla in frigorifero.

Ci tengo a specificare che trattandosi di una ricetta famosissima, la pastiera come altre preparazione, varia da casa in casa, troverete persone che trovano scioccante unire la crema pasticcera al ripieno della pastiera, altri invece il contrario. Insomma tutto questo per dirvi che paese che vai usanza che trovi.
E voi come la preparate?

Forchetta&Coltello vi augura una felicissima Pasqua! Auguri!!!


giovedì 26 marzo 2015

Torta Speziata agli Agrumi - Winter citrus Upside Down Cake



Bene bene...ora vi propongo un gioco. Prendete il cardamomo, la cannella, le arance ed i limoni, guardateli attentamente...ma intensamente. Cosa vi stanno dicendo? Niente??? Inconcepibile tutto ciò!! Un aiutino? Prendiamo la bilancia, le ciotole ed accentiamo il forno....quindi? Evvivaaa tortiamo!!!
A parte gli scherzi, questa è un torta davvero buona, scenografica e dal gusto molto particolare. Quando ho letto la ricetta proposta da RE-CAKE, il mio scetticismo si è posato sull'utilizzo del cardamomo, ma vi assicuro che da quel tocco in più e vi innamorerete di questo dolce. Leggete attentamente la ricetta, anche più volte, non per la difficoltà (perchè in verità è molto semplice) ma è davvero bello entrare in sintonia con essa per poi decorarla con gusto. Quando ho preparato il set per le foto, ho avuto l'impressione che dinanzi a me ci fosse un quadro di Caravaggio, con i colori intensi e profondi. Bene, coraggio allacciate il grembiule, fruste in mano ed incominciamo.



COSA OCCORRE:

per lo sciroppo:
  • 45 gr di burro
  • 100 gr di zucchero di canna
  • 15 gr di miele
  • 10 gr di succo di limone
per la torta:
  • 5/6 fette sottili di agrumi a vostra scelta,
  • 300 gr di farina
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 cucchiaino di cannella
  • 1/2 cardamomo in polvere
  • 4 uova medie
  • 270 gr di zucchero semolato
  • 108 gr di olio evo
  • 60 ml di succo di arance rosse
  • 60 ml di succo di un agrume a scelta
  • 45 gr di latte intero
  • 10 gr di estratto di vaniglia (o i semi di una bacca di vaniglia)
  • 5 gr di scorza di arance rosse


PREPARAZIONE:

Preriscaldate il forno a 190°C. Foderate il fondo di una tortiera antiaderente, personalmente ho utilizzato una teglia per pluncake, con la carta forno.
In una pentola piccolina fate sciogliere il burro a fuoco basso con lo zucchero di canna, aggiungete il miele ed il succo dell'agrume che avete scelto. lasciate sciogliere lo zucchero di canna e versate nella tortiera. successivamente sistemate le fette di arance ed agrumi come desiderate.

In una ciotola unite la farina, le spezie ed il lievito, il sale e mescolate sino a quando saranno totalmente amalgamati. In una seconda ciotola montate le uova con lo zucchero e l'olio evo, fino ad ottenete un composto omogeneo. Aggiungete il succo delle arance e degli agrumi da voi scelti, il latte, la vaniglia e la scorza di arance. Quando sarà tutto incorporato unite la farina e mescolate sino a quando sarà tutto liscio ed omogeneo. Versate nella tortiera (3/4 dell'impasto) e cuocere a 180°C per 30/40 minuti. Buon appetito













lunedì 2 marzo 2015

Biscotti d'avena aka Oat biscuit

La colazione.
La colazione è il pasto principale, dicono! La colazione la devi fare con una tazza di latte, dicono! Eppure io l'ho sempre odiata, sarà che da piccola, mi passava l'appetito dopo aver intravisto la zuppa di latte che mio padre faceva: colmava la tazza con così tanti biscotti, che rimanevo con il fiato sospeso, temendo che da un momento all'altro il latte sarebbe fuoriuscito, un po' come l'acqua che sovrasta la barriera della diga. Ma era bravissimo, il latte (rigorosamente mischiato con il caffè) restava nei limiti e nella diga. 
Sarà che da piccola mia madre mi obbligava a bere il latte, da adulta, quando ci ripenso dico: "poveretta" cercava un milione di modi per farmi bere il latte, ma proprio non ce la facevo! E non appena ho potuto non ho più fatto colazione, mi sono sempre rifiutata di farla, più per pigrizia che per altro. 
Ma nulla, la colazione è importante, e veramente non se ne può fare a meno, e allora piano piano l'ho riscoperta. Che nella tazza ci sia del latte di mucca, un cappuccino o del latte vegetale, non ci rinuncio. 
E insieme al latte non possono mancare i biscotti, quelli grassi e buoni alla frolla, con la panna, o quelli più "light" come quelli ai cereali! 
Spiando qua e la per il web ho scovato questa bella ricetta del blog Miel&Ricotta, che giustamente sottolinea che avena non è sinonimo di light quando a far da padrone in questa ricetta è il burro e lo zucchero (anche se di canna). Ma i biscotti d'avena sono una bomba di gusto, da provare assolutamente. Ho modificato un pò la ricetta originale: ho sostituito la farina normale con quella di avena integrale e ho aggiunto dei mirtilli rossi disidratati e le nocciole. 

Seguitemi in cucina e prepariamo insieme i biscotti d'avena.



INGREDIENTI
175gr di burro
270gr di zucchero di canna
1 uovo
4 cucchiai di acqua
370gr di fiocchi d'avena
140gr di farina di avena integrale
1 pizzico di sale
1/2 cucchiaino di bicaronato
20gr mirtilli rossi disidratati
20gr di nocciole

PREPARAZIONE:
Lavorate il burro a pomata e aggiungere lo zucchero, continuando a mescolare fino ad amalgamarlo del tutto. Aggiungere l'uovo e l'acqua alla crema al burro e amalgamate il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Mescolate le polveri, la farina di avena, la crusca, il sale e il bicarbonato, aggiungete poco alla volta il mix alla crema di burro.
Formate delle palline e disponetele su una teglia ben distanziate.
Infornate i biscotti d'avena in forno preriscaldato a 180°C per circa 10/15 minuti.
Dopo la cottura lasciate raffreddare i biscotti su una griglia.

Provateli e fatemi sapere.
Francesca

sabato 21 febbraio 2015

Torta di mele, nocciole e avena aka An apple, hazelnut and oat cake

Che bella la libertà, che bel profumo che ha e che meravigliosa sensazione. Se chiudo gli occhi e penso alla libertà, immagino una distesa di mare limpido, profumato e cristallino che si unisce al cielo come in una pennellata di un artista su una tela bianca.

Sarà che ultimamente ho voglia di provare a far qualcosa da sola, un progetto tutto mio, o sarà che sono stanca dei social network, troppo facile sedersi davanti ad uno schermo e parlar male, infamare e offendere gli altri, eppure, se si scava e si cerca bene, esiste un "mondo buono" anche su facebook, come quello della Mulino Bianco. Una pagina scoperta per caso l'anno scorso, ma solo questo mese ho deciso di partecipare attivamente...ah dimenticavo di presentarvi il Re-Cake 2.0

Una pagina bellissima, un gruppo di donne che come locomotive, trascinano noi tutte in una "gara" al re-cake! Ogni mese viene proposta una ricetta, principalmente appartenente alla cultura culinaria americana e tutti noi abbiamo circa un mese per ripresentarla, così come loro l'hanno proposta o apportando alcune modifiche. Partecipare al Re-Cake mi ha dato ancora più motivazione e mi ha confermato che al mondo ci sono cose belle, belle persone e che il riunirsi in un gruppo può dare grande soddisfazione e ottimi risultati.


Veniamo alla torta di mele, nocciole e avena è una torta fantastica, morbida e saporitissima, nonostante l'uso di farine meno raffinate. Le mele che io amo, rendono questa torta umida e sofficce, le nocciole l'arricchiscono. Il profumo inebriante ha invaso la cucina e mi ha fatto capire che i sapori rustici e integrali sono da ricercare e da utilizzare sempre più spesso in cucina, per chi come me è semplice dentro e ama i sapori di una volta!

Seguitemi in cucina e prepariamo insieme an apple, hazelnut and oat cake al quale non ho apportato nessun tipo di modifica se non ridurre le quantità del latticello ed ho usato farine tutte integrali.


INGREDIENTI

  • 105 gr di farina integrale di riso
  • 50gr di farina di nocciole (nel caso non la trovaste frullate delle nocciole tostate)
  • 60gr di farina integrale di avena
  • 4 cucchiai di crusca di avena
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1/4 cucchiaino di zenzero in polvere
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 3 uova
  • 150gr di zucchero di canna integrale
  • 100ml di latticello (nella versione originale 150ml)
  • 125ml di olio di oliva
  • 20ml di aroma di vaniglia
  • 2 mele
  • 50 gr di nocciole tritate




PREPARAZIONE:

Mischiate insieme tutte le polveri: la farina di riso, la farina di avena, la farina di nocciole, 2 cucchiai di crusca di avena , il lievito, la cannella e lo zenzero, il sale.

In una ciotola montate le uova con lo zucchero, il latticello, l'olio d'oliva, l'aroma di vaniglia, unite il mix di polveri unite prima.


Rivestite uno stampo da plum cake con carta forno. Versate l'impasto all'interno della teglia, disponete gli spicchi di mela sulla superficie. Spolverizzate le mele con 2 cucchiai di crusca di avena e le nocciole tritate.

Infornate in forno preriscaldato a 180°C per 60 minuti, o fino a quando lo stecchino risulta  asciutto dopo la prova.


N.B. se le uova sono molto grandi e il latticello troppo liquido si potrebbe rischiare di avere un impasto molto morbido, che porterebbe le fette di mela a capitombolare sul fondo. Per evitare che ciò accasa, ho cotto la torta senza mele per circa 10 minuti e poi ho disposto sulla superficie la crusca di avena e le nocciole tritate e le mele.

Provate la torta di mele, nocciole e avena e ditemi se vi è piaciuta!


Francesca

giovedì 12 febbraio 2015

Il guardiano del faro

Quali sono i vostri riti nell'acquistare un libro?

Lo acquistate in libreria, al supermercato, nella sezione a loro dedicati o online? O magari vi affascina prendere in prestito i libri dalla biblioteca della vostra città!

E come gestite la vostra scelta? Siete tipi da romanzo, romanzo d'amore, giallo, fantasy?
O vi fate coinvolgere dalla moda del momento, incuriositi dalle recensioni?

Io quando penso ad un libro, penso ad un momento tutto mio, e pertanto ho dei riti "tutti miei" per acquistarlo. A volte mi "affeziono" ad un autore e mi ritrovo a divorare i suoi libri uno dietro l'altro.
Ed è questo il caso.
A me i libri mi trasmetto qualcosa sin dal titolo, poi la copertina, il nome dello scrittore, ahimè viene per ultimo, a volte non lo ricordo neanche. Eppure ci sono grandi libri e grandi scrittori, ma sono fatta così!

(foto presa dal web)

Io faccio parte della categoria di lettori, che sentono il richiamo, ho acquistato "Il guardiano del faro" di Camilla Lackberg, al supermercato. Ero alla ricerca di un regalo, perché ammettiamolo un libro è sempre un regalo per noi, una coccola, una carezza ed un abbraccio e noi abbiamo il cuore di panna, e cediamo alle tentazioni, con grande facilità!

Ho letto brevemente la trama, ma molto brevemente, non sono neanche arrivata alla fine, l'ho riposto nel carrello. 

Quando ho iniziato a leggere, mi sono trovata disorientata, i personaggi, se pur presentati un minimo, erano trattati come persone già conosciute, almeno dall'autrice. Spiazzante. 

Ho continuato a leggere, eppure nella scrittura di Camilla Lackberg c'era qualcosa di magnetico, scorrevole, studiato nei minimi particolari.

Poi ho scoperto che "Il guardiano del faro" è il 7° e attualmente ultimo, dei libri dell'autrice svedese, che rimanda ad una vera e propria serie di libri. Mi sono detta "ecco svelato il mistero" i personaggi con le vite spezzate a metà che prendono vita nel libro, in realtà hanno vite più complete e ben sviluppate.

L'impostazione di un romanzo giallo molto simile ad una serie televisiva, mi è piaciuta ed è la prima volta che mi capita.

IL GUARDIANO DEL FARO

Una storia controversa, dove droga e malavita, violenza sulle donne e brave persone si incontrano o si scontrano, purtroppo, in una realtà che a me affascina moltissimo, Fjallbacka Svezia. Il faro, a largo di questa ridente località della Svezia, ne è il protagonista, avviluppato da storie affascinanti, come quelle dei fantasmi. Il fulcro di tutta la storia è proprio lì, e lo si capisce solo alle ultime pagine del romanzo, il che rende tutto ancora più misterioso e il pathos che si vive fra le pagine del romanzo è tangibile, vero, quasi concreto.
La storia ambientata in un era contemporanea non ben specificata, si intervalla con dei feedback di circa due secoli più indietro, 1871 e anni successivi, che raccontano dell'isola e del faro, della cattiveria e della menzogna, dell'ipocrisia e della vergogna dell'essere "diverso", dell'isolamento che solo la vita di un guardiano del faro può vivere.
I protagonisti, l'ispettore Patrick e la sua moglie Erica impicciona per natura, riusciranno a lavorare in un'armonia perfetta, quasi in un walzer ben studiato, senza mai pestarsi i piedi e sempre con la giusta carica Patrick e con la quantità eccessiva di curiosità Erica. I bambini, il dolore della sorella Anna e la sua "rinascita" ci fanno entrare in punta di piedi nei sentimenti degli altri, insegnando rispetto e amore per il dolore degli altri.

Insomma, non solo il "Guardiano del faro" merita di essere letto, ma meritano anche i capitoli precedenti (di cui vi parlerò in seguito). 
Perché la buona scrittura, quella lineare e povera di troppo artificio è sempre la migliore. 
Da laureata in traduzione ... direi anche che un bravo traduttore riesce a creare un "prodotto" sempre molto simile a quello che l'autore stesso del libro vuole trasmettere. 

Buona lettura

Francesca